Alzheimer e Pet Therapy

L’Alzheimer è una malattia tristemente nota x la sua capacità di strappare via e in breve tempo i ricordi e con essi anche i legami affettivi che la persona ha costruito nell’arco della sua esistenza.
Col procedere della malattia in molti soggetti subentra l’afasia ossia la perdita, parziale o completa, delle capacità linguistiche che allontana ancora di più il malato dalla realtà e dal mondo che lo circonda.
La persona così si perde nei meandri della sua mente disorientandosi sempre più.
Grazie alle terapie assistite dagli animali costruendo degli interventi co-terapeutici ben pianificati con l’equipe medica che si occupa del malato di Alzheimer è possibile raggiungere numerosi obiettivi terapeutici che hanno il fine di migliorare le condizioni generali dei pazienti.
Tra questi obiettivi abbiamo la diminuzione dei disturbi del comportamento, il recupero di cure parentali, il fissaggio di obiettivi cognitivi, il recupero in presenza dell’animale di capacità linguistiche, il miglioramento dei parametri biologici e un miglioramento generale della condizione del malato.
Gli Alzheimer che posseggono un animale hanno alcune alterazioni comportamentali come  ansia o aggressività ridotte rispetto agli altri.
Inoltre si è visto  che  i parenti di  dementi che possedevano un cane o un gatto presentavano  minori  segni  di  stress e di  burn-out rispetto a coloro  che non possedevano un animale.
(Fritz  CL  e  coll.,  Psychol Rep 1996)
Per quanto riguarda l’anziano istituzionalizzato la compagnia di un animale consente di assicurare una presenza, di dare e ricevere affetto, di favorire la  comunicazione e l’interazione, di stimolare e di risvegliare interessi.
(AFIRAC Association Française d’Information  et de Recherche sul  l’Animal de Compagnie)
In ultimo alcuni studi dimostrano che in certi casi gli Alzheimer inseriti nei progetti di terapie assistite dagli animali hanno avuto una riduzione del bisogno di psicofarmaci.

 

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